La Sicilia ci riserva meraviglie in ogni suo angolo, basta avere sete di conoscenza ed ecco che ogni provincia custodisce luoghi sempre nuovi e interessanti.
Nel territorio di Cefalà Diana, in provincia di Palermo, è presente un sito di grande interesse culturale,
ovvero i cosiddetti Bagni di Cefalà Diana, terme arabe tra le meglio conservate in Europa.
L'edificio è situato all'interno della riserva naturale Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella, istituita nel 1997, in un tratto che collega Palermo ad Agrigento.
Lungo questa strada, la Magna Via Panormi, nel medioevo erano stati costruiti vari fondaci,
alberghi rurali che permettevano ai mercanti di sostare e riposare durante il tragitto che serviva per trafficare le merci, principalmente il grano, da una provincia all'altra.
La presenza di un' iscrizione realizzata in caratteri cufici fa sì che l'edificio venga collocato nel periodo arabo-normanno.
Questo sito era attraversato da una sorgente di acqua calda, di cui se ne è potuto usufruire
per secoli, ma che ad oggi è scomparsa.
L'interno delle Terme è costituito da un unico spazio suddiviso da un muro a tre archi (tribelon),
che poggia su due colonnine mediane in marmo con capitelli di terracotta : si tratta dell'elemento architettonico che caratterizza l'ambiente in maniera significativa.
La tipologia di architettura, con le basi delle colonnine di marmo molto simili a quelle del
Chiostro di Monreale, collocano la struttura al periodo di Guglielmo II, mentre i capitelli in terracotta richiamano quelli presenti nella Chiesa di San Cataldo a Palermo, datati alla metà del XII secolo.
Costruito in mattoni, il muro separa il bagno in due zone mentre la volta soprastante è dotata di fori di aerazione ottenuti con l'inserimento di tubolari in terracotta.
La sala in cui è presente la vasca adibita a bagni di acqua e vapore caldi mantiene l'impianto originale, mentre la parte antistante il tribelon ha subito nel tempo diversi interventi di miglioramento e leggere modifiche.
Le particolari nicchie ricavate nello spessore dei muri laterali erano probabilmente adibite per riporre abiti e oggetti personali.
Dal 1992 la Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Palermo ha condotto diverse campagne di indagine archeologica, attive ancora oggi, che hanno permesso di chiarire e portare in luce vari aspetti riguardanti i Bagni di Cefalà Diana.
Il Castello di Cefalà Diana
Costruito su di uno sperone di roccia che sovrasta la valle del fiume Milicia e l'antica Magna Via Panormi dell'epoca normanna, il Castello di Cefalà Diana risale al XIII-XIV secolo, e nasce come fortezza a difesa dalle incursioni e dai saccheggiamenti.
La struttura presenta una fortificazione medievale, una torre, ben conservata, e ambienti atti ad accogliere soldati e bestiame, oltre che una grande cisterna scavata nella roccia per la raccolta dell'acqua piovana.
Il Castello era adibito ad uso militare, uno dei proprietari di cui vi è traccia nella documentazione ufficiale del 1525 é il barone Federico Chiaramonte, mentre nel 1684, lo ius edificandi et populandi del feudo, venne concesso al duca Nicolò Diana, con la nomina di signore del territorio da Carlo II, re di Spagna e Sicilia.
Insomma, ogni viaggio che si intraprende porta sempre a delle nuove scoperte.
Non mancate di fare una visita alle Terme arabe e al Castello di Cefalà Diana, in provincia di Palermo, per essere testimoni ancora una volta di antichi spezzati di vita e cultura.
Articolo e fotografie di: Teresa Molinaro