Titano è la luna più grande del pianeta Saturno e, nonostante sostanziali differenze come campo gravitazionale, temperature e materiali, la luna di Saturno ha molto in comune con il nostro pianeta: ha un ciclo di stagioni, un clima e, aspetto più importante, ha un ciclo idreogeologico che ricorda molto quello della nostra Terra.
Sul satellite, però, questo ciclo è basato sul metano, anzichè sull’acqua, con meccanismi analoghi a quelli terrestri.
Tramite i dati acquisiti grazie alla missione Cassini-Huygens, i ricercatori hanno scoperto diversi fenomeni atmosferici su Titano: piogge di metano, venti, fenomeni di evaporazione e canali naturali scavati da fluidi. Di importanza rilevante è anche la presenza sulla luna saturniana di laghi di idrocarburi.
Nella foto: Il paesaggio ripreso dal modulo Huygens dopo essersi posato sulla superficie di Titano il 14 gennaio 2005. In primo piano sono visibili ciottoli ghiacciati delle dimensioni di pochi centimetri, dai bordi smussati come per effetto di una lunga erosione. Credit: ESA/NASA/JPL/University of Arizon
Alcuni astrobiologi ritengono che possano essersi evolute, su Titano, forme di vita che non hanno bisogno d’acqua liquida, ma che si basano sul metano.
Qualche anno fa, gli scienziati della NASA sono venuti a conoscenza di alcuni importanti dati: il potente radiointerferometro ALMA installato in Cile, ha rilevato grandi concentrazioni di acrilonitrile su Titano, ovvero un composto chimico capace di formare membrane simili a quelle delle cellule terrestri.
Il composto si trova nella stratosfera del satellite di Saturno e, raggiungendo la sua superficie attraverso le precipitazioni piovose, potrebbe aver generato delle cellule aliene che gli astrobiologi hanno nominato “azotosoma“: “Se strutture simili a membrane possono formarsi da acrilonitrile, potrebbe trattarsi di un passo importante sul percorso per la vita sulla luna di Saturno, Titano”, ha sottolineato Michael Mumma, direttore del Goddard Center for Astrobiology.
Articolo: Teresa Molinaro